Teatro
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Orari
3 Mar
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10:00
4 Mar
martedì
10:00
Asola e Bottone
Storia di un sarto e della sua anima
Dai 6 anni
Regia Roberto Andolfi
Drammaturgia Annarita Colucci
Con Annarita Colucci e Dario Carbone
Scene Federico Biancalani e Illoco Teatro
Costumi Annarita Colucci
Luci Emilio Barone e Roberto Andolfi
Produzione Straligut Teatro, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Compagnia Dracma
La storia è ispirata al racconto L’anima smarrita di Olga Tokarczuk, vincitrice del Nobel per la letteratura nel 2018.
Lo spettacolo, attraverso la metafora della sartoria, porta in scena la storia di un sarto che, per la prima parte della sua vita (dall’infanzia alla giovinezza), cammina con la sua anima-vocazione accanto. I compromessi dell’età adulta lo inducono a smarrirla e a dimenticarla, fin quando l’emersione di ricordi lontani lo spingerà a cercarla, per ritrovare sé stesso e la propria “integrità”.
Grazie a un misterioso album dei ricordi il nostro sarto ripercorre il filo della memoria: c’è stato un tempo in cui fare vestiti era la sua vocazione autentica, l’espressione del suo amore per la vita; fin quando, corrotto dalle imposizioni del mercato, ha perso o dimenticato, metaforicamente, la sua anima.
Per ricongiungersi ad essa, come un bottone con la sua asola, il sarto dovrà necessariamente affrontare il suo mostro: vendere i propri sogni in cambio di denaro.
Asola & Bottone è uno spettacolo tout public, non verbale che mescola teatro d’attore, teatro di figura e manipolazione dello spazio per creare una grammatica scenica ibrida che possa offrire livelli di lettura diversi a seconda dell’età dello spettatore.
In un tempo non lineare, fatto di ricordi, flashback seguiamo le vicende dei due protagonisti che cercano di ricongiungersi come un’asola ed il suo bottone.
Sotto una luce che sembra ingiallire le pagine di un vecchio quaderno, un uomo cerca qualcosa che ha smarrito o forse dimenticato creando tante versioni di se stesso che possano colmare quella mancanza. in un tempo tutto interiore, oggetti e personaggi sembrano fluttuare, smarriti nelle loro solitudini.
Prevede l’impiego di due attori e una macchina scenica di pesi e contrappesi, per una narrazione lirica e senza parole che utilizza le tecniche del teatro di figura. Il duale, il cambiamento, il tentativo di essere interi e in equilibrio, per andare tuttavia sempre in pezzi, hanno portato all’idea di una scena mutevole che si presenta come uno spazio astratto, in continua trasformazione. In una versione ampliata di un graticcio per marionette, tiri e contrappesi modificano porzioni di spazio, creano effetti di equilibrio e disequilibrio, sollevano o calano dall’alto oggetti e pareti di proiezione che diventano luoghi di attraversamento per gli attori. La materia prevalente è il tessuto. Una macchina da cucire si muove in questo universo ricoperto di stoffe, scampoli, matasse di filo. Gli spazi, leggeri ed effimeri, “appaiono” sollevandosi dal pavimento come pagine di un libro o un album di ricordi. Spesso infatti i tessuti diventano schermi per ombre e proiezioni con la lavagna luminosa. Tutte le tecniche di macchinismo, dei tiri e dei contrappesi saranno visibili dal pubblico, che potrà vedere la magia in scena e il trucco dietro ad essa. Lo spettacolo è un lavoro tout public, che predilige la partitura corporea a quella verbale, in modo da adattarsi facilmente per il mercato sia italiano che estero.