20
Maggio '23
sabato
Orario
16:00
Ossicini. Storia delle cose perdute e ritrovate
Il Funaro, Pistoia
Un progetto compagnia rodisio
di Manuela Capece e Davide Doro
con Francesca Tisano
tecnica Silvia Baiocchi
scene e drammaturgia musicale compagnia rodisio
costumi Patrizia Caggiati
oggetti di scena Silvia Baiocchi e Paolo Romanini
produzione Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti
Dai 3 anni
Informazioni e biglietteria:
Il Funaro, 0573 991609 – 27112,
biglietteria@teatridipistoia.it;
ilfunaro@teatridipistoia.it
Lo spettacolo
Lo spettacolo, rivolto ad adulti e bambini dai tre anni, prima parte di una «Trilogia della Cura», è un progetto della compagnia rodisio, di Manuela Capece e Davide Doro, interpretato da Francesca Tisano, prodotto dal Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti. Prendendo spunto da «Donne che corrono coi lupi», il celebre libro di Clarissa Pinkola Estès, fondatrice di una psicanalisi al femminile che ha saputo evocare la figura della Donna Selvaggia attraverso il recupero di miti e fiabe di diverse culture, «Ossicini. Storia delle cose perdute e ritrovate» sviluppa una scrittura originale che intreccia le avventure di una bambina con una figura femminile antica, che si trova in molte fiabe e in molte culture: la donna che vive solitaria nel bosco per realizzare un rito di rinascita e riportare alla vita il lupo con la forza magica del canto.
Questa fiaba ci riporta al concetto di cura dell’anima e ci invita a chiederci cosa significhi prendersi cura delle radici più profonde, di quell’io che si forma pian piano, di qualcuno, di un altro, del mondo in cui viviamo. «Ossicini» è il racconto di un rito iniziatico, che narra di una bambina che attraversa il bosco e supera una prova grazie a una figura di donna forte e saggia, che cura e tramanda cose, e grazie a un oggetto magico, l’osso di un lupo. E’ una fiaba classica, che si sviluppa In un ambiente naturale, dove la vita si svolge serena e armoniosa nella casa dei nonni, e dove un evento doloroso toglie il sorriso alla bambina, innescando l’inizio di un viaggio di maturazione.
Dopo spettacoli fortemente visivi come i recenti «La pancia del mondo» e «La migrazione degli animali», anch’essi prodotti da Briciole/Solares, in cui gli oggetti erano il motore centrale della creazione, la Compagnia rodisio torna alla parola. La scelta nasce dal bisogno di tornare a un racconto atemporale, con una impostazione classica. Le fiabe oggi non si raccontano più in questo modo, con interprete e testo, e i piccoli sono sottoposti a un’iterazione straordinaria di sollecitazioni visive e sonore. Ma lo spettacolo è pensato per tutti, perché anche un adulto possa prendere qualcosa da questa fiaba, che nella seconda parte si sviluppa anche con un linguaggio fisico e in un rapporto ancestrale con la musica e con le ombre. L’interprete dello spettacolo, Francesca Tisano, è insieme lo sguardo fragile e curioso della bambina e l’universo misterioso magico e femminile della donna selvaggia e saggia, realizzando entrambe le espressioni umane e interiori che «Ossicini» focalizza sul femminile.