Il 26 settembre il debutto a Napoli, al Piccolo Bellini, dello spettacolo Mare di ruggine – La favola dell’Ilva
Un progetto Compagnia Teatro Insania
Produzione Ente Teatro Cronaca e Solares Fondazione delle Arti
Mare di ruggine è una favola, anche se una favola non è.
È la storia di un padre raccontata al figlio.
Una storia familiare, lunga cinque generazioni, che viaggia in parallelo con la storia dello stabilimento Ex Ilva, poi Italsider di Bagnoli.
È il racconto dell’unica possibilità, l’unica alternativa che la fabbrica – ”‘o cantiere”- ha rappresentato per la mia famiglia in particolare e per tante, tantissime altre famiglie; a Napoli come a Taranto, a Genova come a Piombino.
È il racconto del diritto al lavoro e di come esso rappresenti l’unica certezza e l’unico scopo di esistenza nella stessa società.
Un racconto che non può non tenere conto del quadro politico, sociale, ed economico del nostro paese.
Il suo sviluppo, nel bene e nel male, le sue modifiche nel tempo della storia attraverso la pelle dei protagonisti, il piano di deindustrializzazione locale e nazionale.
Ma è anche la volontà di raccontare della identità operaia, della voglia di sentirsi orgogliosamente parte di quella classe, delle lotte e delle conquiste e soprattutto della sua fine.
Mare di ruggine è una favola, anche se una favola non è, contro l’abbandono perpetuo.
La voglia di riappropriarsi del bene comune, lotta contro la privatizzazione e lo sciacallaggio.
Immagine, purtroppo, di un incubo ancora presente.
Ma è anche un’indagine sulla vita e la morte, amore e odio, promesse e compromessi, soprusi e tentativo di riscatto sociale.
Forse sono vecchio, eppure continuo a credere che le storie, quelle semplici, conservano una potenza e una magia che non invecchia mai.
Una storia semplice come seme per il cambiamento, memoria in un periodo in cui l’unico argomento di interesse pare essere sempre altrove, inafferrabile, da qualche altra parte.
La speranza che i nostri figli possano raccontare una storia diversa, una realtà nuova e libera da mostri.
In definitiva, è l’impegno morale di fare luce sulla vicenda dell’Italsider che da tanti, troppo anni, giace dimenticata al suo stato di abbandono.
Antimo Casertano – Note di regia
testo e regia Antimo Casertano
con Daniela Ioia, Ciro Esposito, Francesca De Nicolais, Luigi Credendino, Gianluca Vesce, Lucienne Perreca, Antimo Casertano
musiche originali Paky Di Maio
costumi Pina Sorrentino
scene Flaviano Barbarisi
laboratorio scene Giovanni Sanniola
direttore di scena Antonio Chirivino
disegno luci Paco Summonte
movimento scenico Carlotta Bruni
assistente alla regia Alfonso D’Auria
si ringrazia Casa Zen
un progetto Compagnia Teatro Insania
produzione
Ente Teatro Cronaca
Solares Fondazione delle Arti
Premi
Premio Nuove Sensibilità 2.0 2022
Premio Fersen, Premio Antonio Conti di Pesaro
Premio Speciale Felicetta Confessore – ritratti di territorio
Progetto finalista al Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti
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